E quindi subentra la seconda questione: ovvero, cosa può offrire un router completo come AVM FRITZ!Box 6820 LTE in più rispetto a una soluzione tradizionale, tanto da giustificare un prezzo di listino così tanto più alto? Arriviamo allo scenario di utilizzo classico per un router di questo tipo, ovvero quello in cui, e penso a una casa di villeggiatura, non sia disponibile la linea ADSL. Perché quindi acquistare un router come questo invece di ripiegare su un più economico dongle 4G?All'interno dell'articolo trovate diversi test che mostrano come l'aggancio alla connessione internet sia di qualità superiore con un router di questo tipo. Ancora più evidente il dato sulla qualità della rete wi-fi che un dispositivo del genere è in grado di creare, senza sostanziali differenze in termini di intensità del segnale a distanze importanti rispetto alla posizione del dispositivo in confronto a una soluzione domestica e pensata per l'ADSL come il fratellino "maggiore" FRITZ!Box 3490, già recensito in una precedente occasione. Ma si tratta di due dati che possono non interessare alla maggior parte dell'utenza. Le differenze nell'aggancio alla connessione, infatti, non sono così marcate, mentre la qualità della rete wi-fi interessa più che altro il pubblico dei giocatori, ai quali però non può essere consigliata una soluzione del genere (sempre come surrogato dell'ADSL) per via dell'instabilità nel ping alla connessione che si viene a determinare. La grossa discriminante, quindi, rispetto alle soluzioni tradizionali in assenza di ADSL come i dongle riguarda il sofisticato supporto tecnologico e lato software che si trova alla base di un dispositivo FRITZ!Box. Il nuovo FRITZ!OS 6.50 offre delle funzioni semplicemente introvabili nella maggior parte degli altri software per router, oltretutto accessibili con un livello di immediatezza sbalorditivo. Ci occuperemo degli aspetti legati al monitoraggio dello stato della connessione, così come a quello della rete wi-fi e a tutto ciò è legato al software nella parte dedicata. Per il momento ci preme sottolineare la tecnologia interna a questa soluzione che va a discriminare sull'ampiezza di banda del canale. FRITZ!Box va a scegliere tra l'ampiezza a 20MHz in opposizione a quella a 40MHz in base all'intensità del segnale rilevata, al rumore e alle eventuali perturbazioni. Normalmente optare per una larghezza di banda di 40MHz comporta migliori prestazioni in termini di velocità di trasmissione, ma in condizioni normali può produrre maggiore instabilità e soprattutto andare a saturare la disponibilità di canali per le altre connessioni che si trovano a operare nello stesso ambiente. In questo scenario si può creare maggiore sovrapposizione con gli altri canali WLAN limitrofi, andando a compromettere la qualità di questi ultimi. Per questi motivi, la Wi-Fi Alliance suggerisce di ricorrere all'impostazione 20 MHz a 2,4 GHz in default. 40MHz è più appropriato per alcune situazioni, ad esempio per un magazzino, ma l'utilizzo dell'ampiezza di 40MHz nella banda 2,4 GHz non è consigliabile per le aree residenziali dense. Detto questo, e lo ribadiamo, FRITZ!Box determina automaticamente questo valore a seconda delle condizioni di perturbazione e sulla base della sovrapposizione di WLAN, il che consente di avere sempre la migliore rete wifi possibile in quel momento.Lo scorso mese di dicembre, in occasione di un viaggio di lavoro a Taiwan, ho avuto occasione di visitare varie aziende impegnate nel settore dei componenti per PC e della tecnologia in generale. Tra questi appuntamenti quello con MSI si è rivelato essere particolarmente interessante per un aspetto esteriore che però ben spiega come questa azienda stia evolvendo nel mercato. Già dall'insegna esterna della sede centrale dell'azienda traspare in modo evidente il cambio di brand, e quindi il riposizionamento complessivo, portato avanti da MSI: il classico logo blu è scomparso, cambiato da quello nuovo che affianca il nome MSI al logo Gaming G Series raffigurante un drago in sfondo rosso. Questo è il messaggio che MSI comunica al mercato: parliamo di un'azienda che è fortemente impegnata nel settore del gaming, non tanto con una propria divisione interna ma con tutta la gamma di prodotti che vengono proposti sul mercato. Che il gaming sia uno dei settori, nel mondo dei PC, che sta caratterizzando l'interesse degli utenti e in generale stimolando una domanda di prodotti che è ben più sgonfia in settori più tradizionali è un trend consolidato al quale non solo MSI ma molte altre aziende guardano con interesse. Nel caso di MSI questo ha spinto a quella che possiamo definire una sorta di dedizione totale a questo mercato, dando quasi l'impressione che ogni proposta dell'azienda debba in qualche modo contenere al proprio interno elementi che possano in qualche modo interessare il pubblico dei gamers.
In queste pagine analizzeremo un notebook che non tanto per il nome, o per il riposizionamento di brand di MSI, quanto per costruzione e caratteristiche tecniche è specificamente indirizzato al pubblico dei videogiocatori. Parliamo del modello GT72S 6QE Dominator Pro G, sigla dietro alla quale si cela un portatile con schermo Full HD da 17,3 pollici di diagonale, un processore Intel Core i7 di sesta generazione con architettura quad core e una scheda video NVIDIA GeForce GTX 980M. Sulla carta un abbinamento che dovrebbe assicurare prestazioni sempre molto elevate sia con applicazioni di produttività personale sia con i giochi di ultima generazione. Le caratteristiche tecniche di questo notebook sono a dir poco complete, ma del resto non ci si può attendere di meno da una macchina dalle dimensioni imponenti come questa: oltre a processore e scheda video top di gamma, che analizzeremo a breve, troviamo una dotazione di memoria di sistema di 16 Gbytes espandibile sino a 64 Gbytes grazie alla presenza di 4 slot per moduli So-Dimm DDR4, storage ibrido con un SSD da 256 Gbytes affiancato da un hard disk meccanico da 1 Terabyte. Il sottosistema di rete è basato su componenti Killer, ottimizzati per le esigenze dei videogiocatori così da dare latenza di accesso inferiore e banda adeguata alle applicazioni videoludiche; non mancano numerosi connettori per periferiche esterne, tra i quali segnaliamo i ben 6 USB 3.0 che si affiancano ad un connettore USB Type-C posizionato nella parte posteriore. Il processore integrato in MSI GT72S 6QE Dominator Pro G è un modello Intel Core i7-6820HK, caratterizzato da 4 core con tecnologia Hypertreading e da una frequenza di clock di default di 2,7 GHz; è capace di spingersi sino a 3,6 GHz di clock via tecnologia Turbo Boost, nel momento in cui le condizioni di utilizzo tipiche lo permettono. Il TDP è pari a 45 Watt, dato elevato per un processore destinato a utilizzi mobile ma che non crea alcun tipo di problema viste le dimensioni complessive di questo notebook e il sistema di raffreddamento utilizzato. Dal versante video MSI ha scelto di utilizzare in questo notebook la scheda GeForce GTX 980M, quella che è la seconda più potente scheda video della gamma NVIDIA per sistemi notebook. Basata su GPU GM204 con architettura Maxwell, questa scheda ha specifiche tecniche che sono molto vicine a quelle della soluzione GeForce GTX 970 per sistemi desktop per quanto riguarda la componente GPU e inferiori in parte per quanto concerne la memoria video. A differenziare questa soluzione la dotazione di memoria video, che è pari a 8 GBytes contro i 4 Gbytes tipici delle proposte desktop per quanto tale dato non abbia di fatto alcuna incidenza diretta sulle prestazioni alla risoluzione di 1920x1080 pixel utilizzata dallo schermo montato nel notebook MSI GT72S 6QE Dominator Pro G. La tabella mette a confronto le soluzioni GeForce GTX 980 e GeForce GTX 970 per sistemi desktop e notebook, accanto alla proposta GeForce GTX 980 Mobile che è stata l'ultima in ordine di tempo a venir introdotta da NVIDIA. Notiamo come nel passaggio da declinazione desktop a mobile le GPU tendano a venir semplificate in termini di frequenze di funzionamento e di numero di CUDA cores integrati, così da venir incontro ai limiti di consumo massimo tipici dei sistemi mobile. L'eccezione è rappresentata dalla scheda GeForce GTX 980 Mobile, modello per notebook gaming top di gamma che replica in modo speculare le stesse specifiche tecniche della versione desktop offrendo però una dotazione di memoria video di 8 Gbytes. Microsoft è tuttora alla ricerca dell'assetto migliore da dare alla divisione mobile, dopo un 2015 che si è chiuso in maniera non certamente positiva per la linea di smartphone Lumia. I primi terminali Windows 10 Mobile della casa di Redmond sono arrivati sul mercato solo alla fine dello scorso anno, rinnovando la parte alta e bassa del catalogo, rispettivamente con Lumia 950 e 950 XL e Lumia 550. Alla tripletta di smartphone che utilizza nativamente il sistema operativo Windows 10 Mobile si è aggiunto all'inizio del 2016 Lumia 650, un prodotto che rinforza il portfolio nel segmento medio-basso.
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5.3 Lichtempfindlichkeit: DSLRs und Systemkameras sind dank ihren relativ grossen Sensoren auch vergleichsweise lichtempfindlich, d.h. das Rauschen in Bildern ist sehr gering. So kann mit hohen ISO-Werten und bei geringem Licht gefilmt werden.An Video-DSLRs mit Mikrofonbuchse können auch externe Mikrofone verwendet werden. Abgebildet ist eine Canon 5D II mit einer Funkstrecke bestehend aus aufgestecktem Empfänger und Funkmikro samt Windschutz. Filmende Spiegelreflexkameras unterscheiden sich bislang kaum von reinen Fotoapparaten und ihren allfälligen videolosen Vorgängermodellen. Allenfalls sind ein zusätzlicher Auslöser (meist für den Daumen) sowie ein weiteres Register im Menü und eine Mikrofonbuchse hinzugekommen. Was das Handling beim Fotografieren anbelangt, existieren keinerlei Unterschiede. Auch beim Filmen werden Video-DSLRs Kamera wie ein Fotoapparat bedient, was dann eben gewisse Probleme bereitet und suboptimal ist. 6.1 Live View / Sucher: Bei einer Spiegelreflex blickt der Fotograf normalerweise durch das Sucherokular über einen Spiegel direkt durch das Objektiv. Im Live-View-Modus wird der Spiegel hochgeklappt, damit das Licht auf den der Sensor fallen und es «live» als Sucherbild am LCD gezeigt werden kann. Derweil ist der optische Sucher nicht nutzbar.Mit DSLRs kann ausschliesslich im Live-View-Modus gefilmt werden, d.h. die Kamera muss in einem bestimmten Abstand vor dem Gesicht, statt direkt am Auge gehalten werden. Bei hellem Umgebungslicht kann das Sucherbild oft schlecht zu sehen und kaum zu beurteilen sein. Auch das das Verfolgen von Objekten ist in dieser Haltung schwieriger als mit der Kamera am Auge.Tipp: Hilfreich ist ein Sucherschacht mit Vergrösserungslupe (z.B. Zacuto Z Finder), der mittels Gummi- oder Klettbändern am LCD befestigt wird. Keine Probleme gibt es bei Kameras mit elektronischem Sucher, wie er bei der Panasonic GH1 integriert ist oder als Zubehör auf die Olympus Pen E-P2 und E-PL1 oder die Panasonic GF1 aufgesteckt werden kann. Dass der Einblickwinkel bis zu 90° verändert werden kann, erhöht den Betrachtungskomfort und macht Aufnahmen aus der Bodenperspektive möglich.6.2 Fokussieren: DSLRs bieten eine schnelle automatische Scharfstellung (Autofokus, AF) dank speziellen AF-Sensoren (Phasendetektion), die typischerweise im Boden des Spiegelkastens liegen. Im Live-View-Modus erhalten diese AF-Sensoren bei heutigen DSLR-Konstruktionen kein Licht und können nicht genutzt werden. Deshalb erfolgt die Scharfstellung im Live-View-Modus mit dem eigentlichen Fotosensor (Kontrastdetektion), was jedoch vergleichsweise langsam ist. Am schnellsten stellen übrigens die Panasonic G-Modelle scharf, die als spiegellose Systemkameras voll auf die Kontrastmessung angewiesen sind. Eine zweite Möglichkeit ist es, den Live-View-Modus für eine Schärfemessung rasch zu unterbrechen, was jedoch nur vor und nicht während einer Videoaufnahme möglich ist. Wegen der geringen Schärfentiefe ist eine genaue Scharfeinstellung wichtig, die am besten vorab erledigt wird. Bei den aktuellen Fotoapparaten kann man das Autofokus wie bei einer Kinokamera eigentlich vergessen und muss manuell die Schärfe setzen und nachführen.Problematisch wird es, wenn sich die Distanz zum Objekt während der Videoaufnahme ändert. Dafür ist das Kontrast-Autofokus oft zu langsam. Kommt das AF halbwegs mit, kann die Aufnahme dennoch unbrauchbar sein, wenn das Autofokus die Distanz nur mühsam findet oder suchend zu «pumpen» beginnt. Eigentlich müsste man die Schärfe während der Aufnahmen manuell nachführen, was jedoch enormes Fingerspitzengefühl und oft mehrere Anläufe erfordert. Tipp: Um die Schärfe manuell während Videoaufnahmen zu verstellen, hilft ein «follow focus». Dieses grosse, griffige Einstellrad wird neben der Kamera auf einer «camera rig» (siehe Bild) montiert und greift auf den Fokusring des Objektivs zu (siehe Bild). Oft wird dazu über das Objektiv ein mit dem «follow focus» mitgeliefertes griffigeres Rad gestülpt und am Fokusring festgeschraubt. Eine weisse Fläche am «follow focus» ermöglicht Markierung per Stift, um bestimmte Distanzen rasch anzuwählen.
6.3 Zoomen: Ein Zoomobjektiv ist eine feine Sache, erlaubt es doch eine stufenlose Brennweitenänderung. So muss man nicht dauernd das Objektiv oder den Standort wechseln. Ausserdem lässt sich der Bildausschnitt genau festlegen.Wie erwähnt können längst nicht alle kleinen Fotoapparate während dem Filmen auch zoomen. Bei den DSLR- und den Systemkameras ist dies zwar möglich, jedoch nur manuell am Objektiv. Eine fliessende Zoomfahrt ist so kaum machbar oder verlangt viel Erfahrung, noch mehr Gefühl und oft mehrere Anläufe. Hilfe bieten hier ein camera rig, bei dem über grossen Einstellräder (wie follow focus) oder Hebel, der Zoomring am Objektiv sanft verstellt werden kann.Vorzugsweise verzichtet man auf Zoomfahrten, wie dies auch eine alte Regel empfiehlt. Stattdessen macht man erst eine Aufnahme mit einer Brennweiteneinstellung, dann eine zweite mit der anderen Brennweite und fügt beim Videoschnitt die Szenen aneinander. 6.4 Blende und Belichtung: Während Videoaufnahmen erfolgt die Belichtungssteuerung bei allen Kameras automatisch, was nicht immer ideal ist. Über die Plus-Minus-Taste kann die Aufnahme abgedunkelt oder aufgehellt werden.Für die optimale Belichtung wählen die Kameras Blende, Zeit und ISO-Werte automatisch. Für kreatives Filmen sollte man mindestens die Blende vorwählen können, was beispielsweise bei Nikon-Kameras möglich ist. An der Canon 5D Mark II klappte dies bis zum ersten Firmware-Upgrade nur, indem Fremdobjektive mit manueller Blende montiert wurden (z.B. Zeiss ZE oder ältere Nikon mit Adapter von Novoflex oder Zörk). Zur manuellen Blende wählte die 5D Mark II die passende Zeit und ISO. Inzwischen sind bei der 5D Mark II mit dem Firmware-upgrade sowie den neueren Canon-Modellen im «M»-Modus ebenfalls manuelle Einstellung von Blende, Zeit und ISO möglich. Bei allen Kameras beträgt die längste Belichtungszeit während Videoaufnahmen allerdings eine Dreissigstel-Sekunde. Längere Zeiten sind nun mal nicht möglich, wenn für ein Video 30 Bilder pro Sekunde aufgenommen werden. Kürzere Belichtungszeiten lassen sich beliebig wählen, doch kommt es bei kurzen Zeiten zu einem hakligen Bilderfluss – ähnlich wie beim Einsatz eines Stroboskops. Idealerweise wird mit einer Belichtungszeit von etwa einer Fünfzigstel-Sekunde gefilmt, wie ihn die klassischen Filmkameras mit Umlaufblende boten und was einen sanften Bilderfluss erzielt. Allfällige Bewegungsunschärfen in den Einzelbildern werden beim Abspielen des Films nicht wahrgenommen. (Die Umlaufblende kann man sich als rotierende runde Scheibe vorstellen, deren eine Hälfte durchbrochen ist, um in der Belichtungsphase Licht auf den Film durch zu lassen. Während der Filmtransportphase versperrt dann die andere verspiegelte Hälfte der Umlaufblende dem Licht den Weg zum Film und leitet stattdessen das durchs Objektiv einfallende Lichtbild in den Sucher.) 6.5 Handling und Haltung: Das Umschalten zwischen Foto- und Videoaufnahmemodi geschieht je nach Kameramodell- und -marke entweder über das Betriebsartenrad, einen Schalter, über die LiveView-Taste (DSLRs) oder über eine Video-Sofortstarttaste (Panasonic). Auch bei der Canon 5D Mark II lässt sich die «Set»-Taste als Soforttaste konfigurieren.In der Regel muss bei spiegellosen Systemkameras erst der Videomodus und bei Video-DSLRs Live-View aktiviert werden, bevor sich Videoaufnahmen starten lassen. Als Video-Auslöser dient eine separate oder die Live-View-Taste, die mit dem Daumen gedrückt wird. Während einer Videoaufnahme können keine Fotos geschossen werden. Nur bei der Canon 5D Mark II funktioniert dies, doch wird dabei die aktuelle Videoszene für eine lange Sekunde eingefroren.
Die Kamerahaltung im Live-View-Modus ist nicht unbedingt ideal für ein sanfte und präzise Kameraführung. Grosse Objektive fallen dabei besonders negativ ins Gewicht. Filmen aus freier Hand ist zwar möglich, bringt aber bei Tele- und im Makroaufnahmen kein befriedigendes Resultat.6.6 Mikrofonanschluss: Originalton ist für Videoaufnahmen essentiell. Deshalb verfügen alle Kameras über ein internes Mikrofon, das sich auch abschalten lässt. Wie bei den Videocamcordern ist das interne Mikro jedoch eine Notlösung. Oft nimmt es auch Kamera- und Bedienungsgeräusche auf. Für optimale Tonqualität sollte deshalb ein externes Mikro verwendet werden, doch leider besitzen nicht alle Kameras eine Standardbuchse. Bei einfachen Kompakt- und Bridge-Kameras fehlt der Anschluss komplett. 6.7 Aufnahmedauer: Selbst wer eine gigantische Speicherkarte verwendet, kann nicht beliebig lange drauflos filmen. Eine Einschränkung gibt es, weil die FAT32-formatierten Speicherkarten maximale Dateigrössen von 4 GB erlauben.Dann existieren noch EU-zolltechnische Einschränkungen, wonach Geräte mit einer Aufnahmedauer von 30 Minuten und mehr anders klassiert und höher taxiert werden. Die Panasonic-Kameras nehmen deshalb maximal Videos von 29 Minuten und 59 Sekunden Länge auf. Bei den Canon-Kameras beträgt die maximale Aufnahmedauer von HD-Videos 12 Minuten, während sich Olympus auf 7 Minuten und Nikon auf 5 Minuten beschränkt. Bei kleineren Videoauflösungen sind jeweils längere Videoclips möglich. Wird die maximale Dauer erreicht, stoppt die Aufnahme. Eine neue kann sogleich gestartet werden. HP last year had to recall chargers that shipped with the HP Chromebook 11, after they overheated and melted.A new battery technology has been announced that promises to bring cheaper, more environmentally friendly transport to the world. A joint project from Williams Advanced Engineering, Oxford University and British battery startup Faradion, the sodium-ion battery is dramatically cheaper and safer than traditional lithium-ion batteries – but still has performance and battery life comparable to traditional batteries.“Sodium ion is a fascinating alternative that could have real benefits in terms of cost and availability” said Paul McNamara, technical director at Williams – and we agree with him.
Made as a proof of concept, the e-bike’s battery is made up of four 12-cell modules. Designed by Williams Advanced Engineering and controlled by one of the company’s battery-management systems, it uses technology originally developed for Formula E and Formula 1’s Kinetic Energy Recovery (KERS) systems.The most popular type of battery today, lithium ion powers everything from smartphones, laptops and cars – but its use of lithium makes them expensive. It isn't the easiest element to extract, and none is found in the UK. Instead, Bolivia and Chile make up 60% of the element’s production, with Australia and China making up a further 30%. In contrast, sodium is available in the UK, is far more abundant worldwide and can even be extracted from common salt – one of the reasons it’s around one-tenth of the price of lithium. Lithium-ion batteries still aren’t completely reliable, either. They’re great as a source of energy, but lithium’s highly reactive tendencies also make it risky to use in electric vehicles. The lithium-ion batteries used in Boeing’s Dreamliner 787 have suffered from failures due to “thermal runaway” – a chemical chain reaction, the phenomenon caused the heat of lithium-ion batteries to spiral out of control, resulting in a number of catastrophic failures.Thanks to their ease of manufacture, sodium-ion batteries remove the barrier of cost for battery use. In developing countries, the batteries could be used in conjunction with solar panels as a cheap, reliable source of energy for lights, heat and even medical equipment. IBM are already using discarded lithium-ion batteries to help power poorer countries in the same way, but a low-cost alternative such as sodium ion would make an even bigger difference. The technology has applications closer to home, too. Usually the most expensive components of electric cars and hybrid vehicles, lithium-ion batteries could be replaced by their sodium-ion counterparts, dramatically reducing prices and in turn increasing demand for hybrid vehicles. The technology also has improved thermal stability, which means that it’s actually safer to use in vehicles.Energy storage solutions such as Tesla’s Powerwall could also benefit. Directly addressing the problem of unbalanced energy supply and demand, even the cheapest Tesla unit costs a hefty $3,000 (£1,954). Sodium-ion technology would cut costs dramatically, making units such as the Powerwall a far more viable option for homes and businesses. While we wait for a fundamentally different method of energy storage, sodium-ion batteries are by far our best option. They represent a way of increasing safety and reducing costs, and will revolutionise how we think about energy at home and in industry. They’re even manufactured in the same way as their lithium counterparts, so existing manufacturers will be able to switch over easily. What are we waiting for?HP has recalled six million power cords for laptops, saying they are a fire and burn hazard to users.The faulty cords led to 29 reports of overheating, melting or "charring", as well as two "minor burns" and 13 claims of "minor property damage", HP said."Customers should immediately stop using and unplug the recalled power cords and contact Hewlett-Packard to order a free replacement" the recall notice says. "Consumers can continue to use the computer on battery power."
It all started a year ago when one user reported, on Apple's support forums, weird stains appearing on their MacBook Pro with Retina Display screen.From there it snowballed into a 42 page thread with over 600 replies, with more and more users have come forward about their MacBook displays, Retina or otherwise, receiving similar perplexing stains. See Also: The best laptops of 2015 A year on and the problem still hasn't been solved, and Apple doesn't seem to be looking into it either.Users have determined the issue to be a result of the anti-reflective coating applied to MacBook Pro screens stripping itself away. Some have postulated its cause as acidic excretions from the skin contaminating the keyboard and MacBook chassis. Their reasoning? A large amount of the stains appear to be in the middle or upper edges of the display, in a pattern mirroring that of the keyboard, trackpad, and surrounding case. Apple's stance on the matter certainly hasn't been supportive, with Staingate.org stating Apple won't cover the cost of replacement due to it being "cosmetic damage" which is "not covered by the warranty". Currently, the cost to repair the screen is around $800/€800 and comes with a three month warranty, but user reports suggest screen damage can occur within just seven months after purchase.With 1,477 people registered into its database, and 1,065 users in its Facebook Group this is by no means a small problem. However, is it big enough for Apple to really respond to?With this many people all experiencing the same problem in varying degrees, it's rather far-fetched to imply a lack of MacBook care. In fact, perusing the support forums you can read posts from users who clean their laptops with freshwater and the included MacBook cloth, before leaving it to dry overnight; others wipe their screens down after every use, and avoid screen protectors in case it exacerbates the issue. Put simply, these people appear to take better care of their MacBooks than most. So what is actually causing the problem?
nd with Staingate only having 1,477 cases registered, it could be a long battle for affected MacBook users.Have you had any issues with your MacBook Pro display generating mysterious stains similar to those in the images featured here? If so, let me know by getting in touch in the comments below or through Twitter @VaughnHighfield or @PCPro.
HP has used this year’s Bett education technology trade show to launch a new Education Edition line of tablets, built specifically with schools in mind.With toughened chassis, all-day battery life and preloaded schools software, they’re built from the ground up for classroom use.Rather than adapting mainstream corporate or consumer devices, HP conducted months of research in schools to find out what educators wanted and classroom life demanded.First up are the HP Pro Tablet 10 EE (above) and the HP Pro Slate 10 EE. Based around Intel Atom Z3735 processors and a 10in, 1,280 x 800 touchscreen display, the two tablets are basically identical bar the operating system: one runs Windows 8.1, the other Android. Thanks to the chunky rubberised casing they’re neither thin nor light, but they are extremely robust, withstanding drop tests and reaching IP52 standards for water- and dust-resistance.Hands-on, they feel incredibly solid, with some really smart touches. For example, there’s a small ridge around the toughened screen to ensure that, if the tablets are dropped face down, they should withstand the impact.Meanwhile, both tablets feature a simple, passive stylus, which fits neatly inside a slot in the casing and attaches by a cord. During in-schools testing, HP discovered that some younger students couldn’t resist the temptation to dangle the tablet from the stylus, then give it a spin. As a result, HP made the cord and its attachments toughened so that a moment of mischief doesn’t end in a catastrophe.One of the advantages of the identical design is that both Android and Windows tablets can share common accessories, including the chunky hardwired keyboard base. Either tablet can slot into the base – the samples on show had Windows keys – with the keyboard taking power from the tablet to keep costs low. The base feels as rugged as the tablets and provides a stable platform for getting work done. HP claims that the dock has been tested for over 11,000 connections and some pretty rough treatment, in an effort to minimise the failures you can see when consumer tablets with keyboard docks arrive in schools.The new tablets are joined by the HP ProBook 11 Education Edition.Built out of plastic but with its corners, grips and edges encased in co-molded industrial rubber, it’s been designed to maximise structural strength without dramatically increasing weight.In the hands it’s reasonably light but extremely solid; noticeably more so than most Chromebooks or netbooks. The 1,366 x 768 touchscreen comes with the option of touch.Processor options start with an Intel Celeron 3205U and go up to a Core i3-5005U, so there’s more than enough power for most mainstream classroom tasks. It's not just the hardware that makes the Education Editions special, however.Each comes preloaded with a selection of teaching and management tools, which HP is calling HP School Pack. This includes HP’s Classroom Manager Student Edition classroom management tool, plus the Oxford Advanced Learners Dictionary, a library of eBooks and audiobooks selected by HP, plus Pasco’s SparkVue STEM app.HP will be rolling the same bundle across both Windows and Android devices, along with a year’s coverage by Absolute Data Protection Basic, providing anti-theft and remote data lock and wipe capabilities to protect students’ data and the school’s valuable hardware.UK pricing has yet to be confirmed, but the tablets are available in January at around £200 for the Windows Pro Tablet 10 EE and slightly less for the Android-powered Pro Slate 10 EE.
It’s also useful for live sports: if you want to watch the big match while you’re away, it should offer a better way of doing it than trawling the internet for a dodgy stream. And if you’re desperate to catch something on live TV before your Twitter stream gets clogged with spoilers, it’s good for that too.Setting it up is simple enough: plug the M1 into the video and audio outputs of your set-top box, and connect the outputs on the Slingbox to the corresponding inputs on your TV. This allows the box to intercept the signal, encode it ready for streaming, and pipe it over the internet, or your local network, to your laptop, tablet or smartphone.Video connections are made via composite or component cables (HDMI won’t work due to HDCP restrictions), the box connects to the internet via dual-band 802.11n Wi-Fi or Ethernet, and control over your box is provided via an IR blaster integrated into the rear of the Slingbox itself. (The box ships with an extender you can stick directly to the front of your set-top box if the integrated transmitter doesn’t work with your setup.) Once you’ve set up an account on Sling’s website you’re good to go. Sling provides apps for all the major mobile operating systems, including a Modern app for Windows. These apps even support Google Cast, so you can send that content directly to your TV via a Chromecast. The simplest way to connect to your Slingbox, however, is to install either the Windows or OS X desktop app.In general, the system works well. I hooked up the Slingbox M1 to an ageing Virgin Media HD box and found streaming from my house in north-east London to my parents’ place in Wimbledon Park was reasonably stable, and quality surprisingly high. I did experience the occasional bout of buffering, and sometimes the quality dropped, but by and large the stream was perfectly watchable.The Slingbox M1 will stream at up to 1080p if you're using component connections (with composite connections the resolution is limited to standard definition). Just bear in mind that the quality it delivers in real-world use will vary depending on the speed of the connection, in particular at the upload end. In the test above, my uplink speed was 3Mbits/sec, though, so it clearly doesn’t need a huge amount of bandwidth. However, it stands to reason that if your broadband connection isn’t reliable or speedy enough, the Slingbox M1 isn’t for you.The remote-control aspect of the system is more hit and miss. In order to change channels, or browse your recordings, Slingbox’s software provides a virtual, onscreen remote control, which mimics not only the layout, but the exact appearance of your set-top box’s remote control.This means it’s pretty easy to get to grips with; on my box, however, I found it terribly unresponsive. Clicking buttons to navigate around often resulted in a lag of between three and four seconds before that action was reflected onscreen. This makes browsing long lists of recordings or the programme guide a real pain, and fast-forwarding through the ads feels a little like playing pin the tail on the donkey.
Für die Überprüfung eures Geräts hat Sony eine Webseite eingerichtet. Entfernt den Akku aus eurem Sony-Notebook, um die Codes darauf überprüfen zu können.
Wählt zunächst den 9-stelligen Akkuproduktcode aus. Klickt dafür auf die Pfeile in dem Formularfeld. Ihr findet den Code direkt auf eurem Akku. Es sind die ersten neun Zahlen, die unter dem Strichcode stehen. Anschließend gebt ihr die Akku-Seriennummer ein. Diese folgt direkt auf die neun Zahlen des Produktcodes. Nun müsst ihr noch die Vaio-Seriennummer eingeben. Das ist eine 15-stellige Zahl mit Gedankenstrich. Die Seriennummer eures Notebooks findet ihr direkt auf der Unterseite eures PCs. Danach klickt ihr auf "Überprüfen" und erfahrt, ob euer Gerät betroffen ist. Eine kleine Anzeige weist euch daraufhin, ob das Gerät fehlerhaft ist. Modelle mit defektem Akku Betroffen von den defekten Akkus sind nicht nur die im Oktober 2012 ausgelieferten PC, sondern auch Modelle, die in der Vergangenheit zur Reparatur eingeschickt wurden. Folgende VAIO PC-Modelle könnten einen defekten Akku haben.Habt ihr Probleme, die entsprechenden Nummern zu finden oder Fragen zum Austausch, so könnt ihr euch auch an den Support von Sony wenden. Den Support- und Reparaturservice erreicht ihr von Montag bis Freitag in der Zeit von 9 Uhr bis 18 Uhr unter der Rufnummer 030 58 58 12345. Alternativ nutzt ihr das Kontaktformular auf der Sony-Webseite, um eine E-Mail zu schreiben. Smartphones mit wechselbaren Akku und Dual-SIM von Samsung sind mittlerweile Mangelware. Das Galaxy J3 (2016) bietet beides und wirbt noch dazu mit einem attraktiven Preis von unter 200 Euro um Käufer. Können Samsung-Fans bedenkenlos zugreifen? Ein Test.Samsung-Smartphones zeichneten sich jahrelang durch die Möglichkeit aus den Akku zu wechseln. Mittlerweile ist Samsung aber bei seinen Modellen mehrheitlich der Konkurrenz gefolgt und verbaut die Batterie fest im Gehäuse. Ein Ärgernis für viele langjährige Fans. Ebenso wie die Tatsache, dass Samsung die meisten seiner Modelle hierzulande nicht als Dual-SIM-Variante anbietet. Das Galaxy S7 Duos gibt es zum Beispiel nur per Import zu kaufen. Das Galaxy J3 (2016) vereint beide Features in einem Gerät. Das Smartphone gehört zu Samsungs neuer Einstiegsklasse, in der sich früher Modelle wie das Galaxy Ace 3 tummelten. In den folgenden Zeilen klären, wir ob und für wen sich der Kauf des Galaxy J3 (2016) lohnt."Vertraut, gehasst und geliebt zugleich" - so lässt sich das Design des Galaxy J3 (2016) treffend beschreiben. Samsung setzt hier anders als beim Galaxy S7 oder seiner Mittelklassen-Reihe Galaxy A nicht auf eine Konstruktion aus Glas und Metall, sondern auf ein Kunststoffgehäuse. Das J3 (2016) bietet also den Look & Feel alter Galaxy-Smartphones - wie ihn Samsung-Fans bereits seit dem Galaxy S3 kennen.
Den "fetten" Akku sieht man dem Liquid Zest Plus kaum an. Mit einer Tiefe von 9,75 Millimetern ist das Smartphone kaum dicker als das HTC One M9 und mit einem Gewicht von 175 Gramm - sogar knapp 20 Gramm leichter als das iPhone 6S Plus.Das Gehäuse besteht aus Polycarbonat. Das Cover ist dabei in einer matten Optik gehalten. Die Oberfläche weist eine leichte Struktur auf, die leicht an gebürstetes Aluminium erinnert. Alles in allem wirkt die Verarbeitung für ein Vorseriengerät sehr ordentlich.Was hat das Liquid Zest Plus abseits des riesigen Akkus zu bieten? Das Bildschirm des Smartphones misst in der Diagonale 5,5 Zoll. Die Auflösung ist mit 1.280 x 720 Pixeln für die Größe ausreichend - einzelne Pixel sind bei genauen Hinsehen aber zu erkennen. Als Prozessor fungiert der MediaTek Octa-Core-Chip MT6735. Der Prozessor (CPU) stammt aus dem vergangenen Jahr und hinterließ im Kurztest einen ordentlichen Eindruck. Benchmarks konnten wir jedoch noch nicht durchführen - so bleibt abzuwarten, wie sich die CPU unter Last schlägt. Immerhin Acer stockt den Arbeitsspeicher (RAM) für den deutschen Markt auf. Während das Zest Plus in vielen Ländern lediglich mit einem Gigabyte RAM in den Handel kommt, wird es hierzulande mit 2-Gigabyte-RAM ausgeliefert, erklärte Acer im Gespräch mit netzwelt.Der Gerätespeicher ist 16 Gigabyte groß und kann per microSD-Karte erweitert werden. Anders als bei vielen Smartphones in dieser Preisklasse, müsst ihr euch nicht entscheiden, ob ihr den Speicher erweitert oder ob ihr eine zweite SIM-Karte in das Liquid Zest Plus einlegt. Denn Acer hat getrennte SIM- und microSD-Kartenslots verbaut. Für Foto- und Videoaufnahmen stellt Acer eine 5-Megapixel-Frontkamera und eine 13-Megapixel-Kamera auf der Rückseite bereit. Letztere verfügt sogar über einen Laser-Autofokus - wie er auch in den aktuellen High End-Smartphone LG G5 zum Einsatz kommt. Er ermöglicht ein schnelles Fokussieren auch bei schwachen Lichtverhältnissen. Dies konnte netzwelt jedoch noch nicht testen. Das Vorserienmodell lief im Test alles andere als stabil und stürzte beim Auslösen der Kamera regelmäßig ab. Allerdings war die installierte Firmware auch weit vom finalen Status entfernt.Als Betriebssystem wird übrigens Android 6.0 Marshmallow fungieren. Acer reichert dieses noch mit einigen zusätzlichen Apps an. So ist etwa die Navigationssoftware Acer Nav und der BlackBerry Messenger auf dem Liquid Zest Plus vorinstalliert.
Zu allererst solltet ihr jedoch einem simplen Neustart eine Chance geben. Achtet zudem darauf, dass sowohl euer Betriebssystem als auch eure Apps auf dem neuesten Stand sind. Mit Aktualisierungen beseitigen Software-Hersteller auch häufig Probleme mit dem Energiemanagement.Lenovo zeigt auf der CES ein modulares Windows 10-Tablet. Je nach Einsatzzweck könnt ihr Beamer, Zusatzakku oder Intels RealSense-Kamera anstecken. Auch eine ThinkPad-Tastatur gehört dazu. Wir nähern uns der spannenden Hardware in einem ersten Test.Was hat euch bei eurem Tablet schon immer gefehlt? Längere Akkulaufzeit? Eine bessere Kamera, womöglich 3D-fähig? Oder darf es ein Beamer sein? All das ermöglicht das auf der CES in Las Vegas neu vorgestellte Lenovo ThinkPad X1 Tablet, dem wir uns in diesem Kurztest nähern. Optik und Verarbeitung des X1 Tablet erinnern uns an die Ultrabook-Modelle der ThinkPad-Reihe. An der grundsätzlichen Verarbeitung gibt es nicht viel auszusetzen. Sehr schön: Auf der Rückseite des Tablets befindet sich eine Stütze, die verschiedene Blickwinkel auf den Touchscreen ermöglicht.Stets zum Lieferumfang gehört eine Tastatur. Sie ist ebenfalls im klassischen ThinkPad-Design gehalten und weist die charakteristischen Tasten, Trackpad und auch den roten Trackpoint auf. Das Schreibgefühl ist dem ersten Eindruck nach gut, Druckpunkt und Hub überzeugen. Der zwölf Zoll messende Touchscreen bietet ein sehr scharfes Bild. Dank des verbauten IPS-Panels kommt es auch dann nicht zu Farbverfälschungen, wenn ihr aus sehr spitzen Winkeln auf den Bildschirm schaut. Er bietet Unterstützung für einen Digitizer, der jedoch nicht im Lieferumfang enthalten ist.
Richtig spannend sind die wechselbaren Module des Lenovo-Tablets, die per Docking-Connector an die Unterseite des Tablets geheftet werden. Zum Start wird es drei Stück geben. Los geht es mit dem so genannten Productivity-Tool. Dabei handelt es sich um einen Zusatzakku, der die Laufzeit um bis zu fünf Stunden erhöht. Außerdem liefert dieses Modul noch zusätzliche USB- und HDMI-Anschlüsse.Das Beamer-Modul verwandelt das ThinkPad in einen Mini-Projector. Die Optik bietet die gleiche Auflösung und Lichtleistung wie beim von uns bereits getesteten Yoga Tab 3 Pro.Als drittes Modul bietet Lenovo Intels 3D-fähige RealSense-Kamera an, die wir unter anderem von diesem Dell-Tablet her kennen. Ihr könnt damit nicht nur 3D-Aufnahmen erstellen, sondern auch Entfernungen messen. Das klingt praktisch, hat jedoch auch Nachteile. Das induktive Laden dauert deutlich länger als der herkömmliche Weg über die Steckdose. Während ihr dank Quick Charge 3.0 oftmals nach einer halben Stunde Ladezeit den Akku wieder halb gefüllt habt, dauert der Ladevorgang per Induktion häufig mehrere Stunden. Das Laden mehrerer Geräte gleichzeitig ist nur mit speziellen Ladestationen möglich.Beim Thema Wireless Charging gibt es zudem noch immer keinen einheitlichen Standard. Es stehen sich hier die Power Matters Alliance (PMA) und das Wireless Power Consortium (WPC) gegenüber, sodass erhältliches Wireless Charging-Zubehör mitunter nicht mit allen Geräten kompatibel ist. Hierzulande ist jedoch der Qi-Standard des WPC am meisten verbreitet. Nokia war einer der ersten Smartphone-Hersteller, die dem Thema Wireless Charging viel Aufmerksamkeit widmeten. Das Nokia Lumia 920 unterstützte nicht nur von Haus aus den Qi-Standard, mehr noch: Nokia wollte durch Kooperationen mit Möbelhäusern und Fast Food-Ketten die Verbreitung entsprechender Ladestationen im öffentlichen Raum vergrößern. Der Versuch scheiterte jedoch, dennoch hielt man in der Lumia-Reihe am Thema Wireless Charging fest. Sowohl das Lumia 950 als auch das Lumia 950 XL unterstützen ab Werk "Qi". Auch einige Mittelklassen-Smartphones wie das Lumia 830 sind Qi-fähig. Ältere Geräte wie das Lumia 1020 lassen sich nur mit Hilfe eines speziellen Covers Qi-fähig machen. Die Modelle der Moto X- und Moto G-Serie unterstützen kein Wireless Charging - auch nicht das neue Moto G4. Die Modelle Moto Z und Moto Z Play erhalten jedoch mit einer entsprechenden Moto Mod die Eigenschaft des drahtlosen Ladens. Die Moto Mod ist vorerst jedoch nur in den USA erhältlich.Samsung bietet Wireless Charging in seinen Premium-Produktserien "Galaxy S" und "Galaxy Note" an. Seit dem Galaxy S6 beziehungsweise Galaxy Note 5 ist die Ladetechnik hierzu direkt in das Gehäuse des Smartphones integriert. Ihr müsst das Gerät dann nur noch auf eine kompatible Ladestation legen und es lädt auf. Samsung hat hier sogar an der Geschwindigkeit geschraubt. Das Galaxy S7 lädt drahtlos bis zu 50 Minuten schneller als ältere Samsung-Modelle. Seit dem Galaxy S6 unterstützt Samsung beide Wireless Charging-Standards. Dadurch sind die Galaxy-Geräte kompatibel zu einer großen Anzahl an Accessoires.
Der schnelle Ladezyklus ist nicht der einzige Vorteil von Khares Erfindung: Ihr Superkondensator übersteht laut eigenen Angaben über 10.000 Ladezyklen problemlos. Aktuelle Smartphone-Akkus zeigen nach rund 1.000 Ladezyklen oftmals schon Abnutzungserscheinungen. Der Akku speichert dann nicht mehr die volle Energie und das Smartphone muss öfter an die Steckdose.Für ihre Erfindung wurde Eesha Khare mit dem 50.000 US-Dollar dotierten Intel Foundation Young Scientist Award bedacht. Das Geld will die Schülerin der Lynbrook High School für ein Studium an der renommierten Harvard Universität verwenden. Für ihren Superkondensator sieht sie weitaus mehr Anwendungsmöglichkeiten als nur der Einsatz in mobilen Geräten. Auch als Autobatterie könnte das Gerät eines Tages Verwendung finden. Bis dahin ist es jedoch ein langer Weg: Aktuell ist der Superkondensator nur in der Lage, ein LED-Lämpchen mit Strom zu versorgen. Dennoch hat Khares Erfindung bereits Begehrlichkeiten geweckt. Suchgigant Google hat bei ihr bereits angeklopft, sagte sie gegenüber dem Fernsehsender CBS.Einem Bericht des chinesischen Netzwerkes Weibo zufolge soll das iPhone 7 über einen im Vergleich zum iPhone 6S leicht stärkeren Akku verfügen. Auch das iPhone 7 Plus soll im Vergleich zum Vorgänger länger durchhalten. Da das neue iPhone optisch stark der aktuellen 6S-Generation ähneln soll, könnte es sich hierbei schon um ein Top-Feature handeln.Schenkt man der aktuellen Gerüchtelage Glauben, dann ähneln sich iPhone 7 und iPhone 6S zumindest optisch stark. Der große Designsprung steht demnach erst beim iPhone 8 an. Dies wäre zwar ein ungewöhnlicher Schritt für Apple, denn bislang nahm der Hersteller aus Cupertino stets die S-Versionen zum Anlass, ein bereits eingeführtes Gehäusedesign technisch auf den neusten Stand zu bringen. Doch immer mehr Hinweise deuten darauf hin, dass es beim für Herbst 2016 erwarteten iPhone 7 anders laufen könnte. Einem Bericht des chinesischen Netzwerkes Weibo zufolge können sich iPhone 7-Interessenten zumindest auf stärkere Akkus freuen. Der Akku soll beim iPhone 7 eine Kapazität von 1.735 Milliamperestunden (mAh) und beim iPhone 7 Plus 2.810 Milliamperestunden aufweisen. Zum Vergleich: Der Akku im iPhone 6S verfügt über einen 1.715-mAh-Akku; das iPhone 6S Plus hat einen 2.750-mAh-Akku.Stimmen die Angaben, fällt die nominelle Steigerung der Kapazität gering aus und die iPhone 6-Generation (1.810 / 2.910 mAh) hätte nach wie vor die größte Akkukapazität. Weitere Maßnahmen, wie der A10-Prozessor sowie ein besseres Energiemanagement, könnten jedoch zu einer deutlich gesteigerten Akkulaufleistung im iPhone 7 führen.Welche weiteren Funktionen die iPhone 7-Generation noch haben soll, wie sie aussehen soll und wie sie wohl auf keinen Fall ausseht, erfahrt ihr auf unserer von Hand gepflegten Übersichtsseite zum iPhone 7. Für Wireless Charging wird eine entsprechende Ladestation, die als Sender fungiert, benötigt. Das Smartphone, das geladen werden soll, muss zudem über einen Empfänger verfügen. Dieser ist bei neueren Modellen zumeist in die Rückseite des Smartphones integriert, bei älteren Geräten wird er durch ein spezielles Cover nachgerüstet. Der aktuell am meisten verbreitete Wireless Chargging-Standard Qi setzt auf elektromagnetische Induktion zur Übertragung der Energie, andere Standards auf Magnetresonanz.Der Vorteil von Wireless Charging liegt auf der Hand: kein lästiges Kabel-Wirrwarr mehr. Ihr müsst nur einmal die Ladestation verkabeln und fortan ladet ihr euer Gerät einfach durch Auflegen auf die Ladeplattform. Diese kann ganz unauffällig in alltägliche Gegenstände wie etwa Ikea-Möbel integriert sein.
Waar in de eerdere berichten over een 1920x1080-pixelscherm gesproken werd, rept Dell in zijn handleiding alleen over resoluties van 1366x768 en 1600x900 pixels. De afmetingen van het model zijn 337x258x37mm en het gewicht bedraagt 2,88 kilogram. Naast gigabit-ethernet, een sata600-interface en een optionele 3g-module, heeft het model een 2-megapixelcamera, en een accu met acht cellen en een capaciteit van 63Wh. Ook beschikt het model over vga, hdmi en minidisplayport.Op de Chinese website Zol.com.cn is al een vroege review van het model te vinden. Volgens het artikel is het model van dezelfde kwaliteit als de andere Alienware-notebooks en levert de Intel Core i7 -2820QM in samenhang met de GT 555M krachtige prestaties. Vorige week werd ook bekend dat een nieuwe versie van de Alienware M11x met de GT540M van Nvidia wordt uitgerust.
In het eerste halfjaar van 2014 rekenden Nederlanders bij 53 procent van de internetaankopen af via iDeal. Bij aankopen die via smartphones gedaan worden, is de meestgebruikte betaalmethode echter de creditcard.Vooral op laptops en desktops was iDeal de populairste betaalmethode: 59 procent van de internetaankopen werd via deze weg afgerekend. Bij tabletgebruikers lag dat percentage op 46 procent. Als internetters hun smartphone ter hand nemen om af te rekenen, gebruiken ze echter in slechts 24 procent iDeal. Vaker, 28 procent, gebruiken ze een creditcard. "Het gebruik van iDeal op de smartphone blijft op dit moment wat achter bij de andere devices" moet Piet Mallekoote, directeur van Currence, toegeven. Currence is de organisatie die verantwoordelijk is voor het iDeal-platform. De directeur denkt dat nog te weinig mobiele gebruikers bekend zijn met iDeal mobiel. ING en Rabobank introduceerden die mobiele versie van iDeal in 2011, maar de betaalmethode is dus nog niet zo populair als bij desktops en laptops. De iDeal mobiel-betaalmethode werkt via de app van banken of via een mobiele site. Nog niet alle banken ondersteunen iDeal mobiel.In totaal, ongeacht welk apparaat gebruikt werd, gebruikten consumenten iDeal voor 53 procent van de online aankopen, tegenover 12 procent die kozen voor de creditcard. Ook de acceptgiro wordt nog voor 8 procent van de internetaankopen gebruikt, gevolgd door de machtiging en overschrijving met respectievelijk 6 en 5 procent. De cijfers staan in de eCommerce Payment Monitor, een onderzoek naar betaalmethoden in Nederland, dat wordt uitgevoerd door GfK in samenwerking met Currence en Thuiswinkel.org. Een bedrijf dat een powerbank waarin een oude smartphone-accu zit wil uitbrengen, heeft zijn doel gehaald op Kickstarter. De 781 backers van het project krijgen vanaf november het accessoire thuisgestuurd. Het project haalde bijna 70.000 dollar op, momenteel omgerekend rond 61.000 euro.De funding voor de Better Re sloot op woensdag op 69.645 dollar, meer dan de 50.000 dollar die het bedrijf Enlighten als doel had gesteld. De Better Re is een omhulsel voor een oude verwisselbare telefoonaccu, die daarmee kan dienen als powerbank voor een nieuwe telefoon, een tablet of een laptop.Volgens Enlighten hebben oude smartphone-accu's vaak nog een groot deel van de capaciteit over, waardoor het aantrekkelijk is om ze in te zetten als externe accu. Volgens het bedrijf past elke verwisselbare accu van elke telefoon in de Better Re.
Beide displays krijgen Intel RealSense-ondersteuning om hun omgeving te interpreteren en zo te kunnen reageren op bijvoorbeeld bewegingen van gebruikers. RealSense is een camerasysteem met dieptesensor dat ervoor zorgt dat apparaten als laptops, tablets en all-in-ones gezichten kunnen scannen, objecten kunnen herkennen en bediening met handgebaren snappen.De Chromecast van Google krijgt in de toekomst de mogelijkheid om lokale content te streamen. Dat heeft de zoekgigant bevestigd. Nu moet alle content nog via internet naar de tv gestreamd worden, maar er komt een sdk die het streamen van lokale content ondersteunt.Daarmee kunnen gebruikers ook zonder breedbandverbinding content van hun telefoon, tablet of laptop naar hun televisie streamen. Nu is dat nog niet mogelijk: de Chromecast haalt alle streams van internet. Er komt een sdk aan die apps voor het streamen van lokale content mogelijk maakt, maar wanneer die zal worden uitgebracht, laat Google in het midden. Google doet de belofte nadat een update de AllCast-app voor de dongle blokkeerde. AllCast maakte het streamen van lokale content al mogelijk, maar was tot stand gekomen via reverse engineering. Google gaat niet in op het waarom van de blokkade van de AllCast-app De Chromecast-dongle, die vorige maand door Google in de VS werd uitgebracht, maakt het mogelijk om content vanaf een laptop met een Chrome-browser en Android-apparaten naar een televisie te streamen. De dongle dient in een hdmi-ingang te worden geprikt. Vervolgens kan content van YouTube, Google Play Movies, Netflix en Pandora naar de televisie gestreamd worden. Ook kunnen browsertabs van de Chromebrowser die bijvoorbeeld op een laptop zijn geopend op de tv zichtbaar gemaakt worden. HP heeft de Spectre XT-, Envy- en zakelijke Elitebook Folio-ultrabooks aangekondigd. Ook komt de Amerikaanse computerfabrikant met een 'sleekbook' in de Envy-lijn: een dunne en lichte notebook die met apu-chips van AMD is uitgerust.De HP Spectre XT is een ultrabook met een 13,3"-scherm dat HP betitelt als 'hd', waarmee waarschijnlijk een resolutie van 1366x768 pixels bedoeld wordt. De dikte is 14,5mm en het gewicht is 1,395 kilo, waarmee deze laptop in tegenstelling tot de eerder uitgebrachte Spectre een echte ultrabook is. HP rust de notebook uit met msata-ssd's, met een maximum opslagcapaciteit van 256GB.Verder zijn onder andere gigabit-ethenet-, usb 3.0- en hdmi-poorten aanwezig, en ondersteunt de Spectre XT, in combinatie met vier ingebouwde speakers, Beats Audio. Het keyboard heeft bovendien een backlight. Voor zakelijke gebruikers brengt HP een Pro-versie met Windows 7 Professional en een tpm-chip uit. In de VS komt de ultrabook eind juni uit met een adviesprijs van 999 dollar. De Nederlandse introductiedata en -prijzen belooft HP later op woensdag bekend te maken.
Ten slotte komt HP met de Elitebook Folio 9470m. Deze eerste ultrabook in de Elitebook-lijn heeft een 14"-scherm met resolutie van 1366x768 pixels en een gewicht van 1,58 kilo. De dikte is bijna 2cm, wat dikker is dan de gemiddelde ultrabook van dit moment. De laptop heeft dan ook een full-size-ethernetpoort, naast vga, displayport en usb 3.0-poorten. De Elitebook-ultrabook beschikt over zakelijke features, zoals een geïntegreerde smartcard-lezer, fingerprint-reader en tpm-chip. De prijs van dit model is nog niet bekend, maar hij komt dan ook pas in oktober beschikbaar. Daarnaast wijst het OM op Operation Onymous, gericht tegen onder andere Silk Road 2.0. Deze actie werd vanuit Den Haag gecoördineerd door het European CyberCrime Center, de FBI, de US Immigration and Customs Enforcement’s, Homeland Security Investigations en Eurojust. Hierbij werden zeventien personen aangehouden voor het verkopen van drugs en het beheer van illegale marktplaatsen op het Tor-netwerk.Een aantal ontwikkelaars hebben op Kickstarter Console OS aangekondigd, een Android-fork die op desktop-pc's met x86-processors kan draaien. Onder andere OpenGL ES 3.1 wordt ondersteund, waardoor Android-games ook soepel zouden draaien.Console OS is een fork van Android 4.4 en kan volgens de makers geheel met muis en toetsenbord bediend worden. Ook ondersteunt Console OS dualboot, zodat het besturingssysteem naast bijvoorbeeld Windows geïnstalleerd kan worden. Het OS zou succesvol aan de praat zijn gekregen op diverse tablets en laptops met een Intel-cpu. Onder andere de Transformer Book T100 van Asus, diverse XPS-modellen van Dell en de Intel NUC-systemen worden officieel ondersteund.
Het besturingssysteem biedt nog geen toegang tot de Google Play-winkel, maar de makers beloven dat aangekochte apps eenvoudig zijn te importeren. Ook wordt er gewerkt aan tools om snel te kunnen schakelen tussen Windows en Console OS. OpenGL ES 3.1 wordt al wel ondersteund, waardoor Android-games op een normale pc of laptop speelbaar worden.De makers, die inmiddels 18 maanden hebben gesleuteld aan Console OS, hopen op Kickstarter voldoende geld op te halen om de Android-fork interessant te maken voor pc-fabrikanten. Wie 10 dollar doneert krijgt recht op de Pro-versie met levenslange updates. De makers beloven een maand na het verlopen van de Kickstarter-inzameling een eerste versie van Console OS voor developers uit te brengen. Intel presenteert een vorm van multifactor-authenticatie voor het inloggen op pc's, waarbij inloginformatie wordt versleuteld en beveiligd op hardwareniveau. De techniek werkt in combinatie met processors van de Skylake-generatie die vPro-ondersteuning bieden.Intel Authenticate maakt gebruik van multifactor-authenticatie. Waar je bij tweetrapsauthenticatie genoeg hebt aan 'iets wat je weet' en 'iets wat je hebt', bijvoorbeeld een wachtwoord en een smartphone voor het ontvangen van een verificatiecode, is er voor multifactor-authenticatie een derde factor: 'iets wat je bent'. Dat kan bijvoorbeeld een vingerafdruk zijn.Volgens Intel kunnen bedrijven zelf bepalen hoeveel factoren gebruikt moeten worden voor het inloggen. In alle gevallen worden de vereiste factoren opgeslagen en versleuteld in de hardware. Ook het vergelijken van de inloginformatie bij iedere inlogpoging gebeurt op hardwareniveau. Daarmee moet Intel Authenticate betere bescherming bieden dan vergelijkbare technieken zoals Windows Hello, die softwarematig werken.
Dell gaat een stevige zakelijke ultrabook in zijn Latitude-serie uitbrengen. De Latitude 6430u beschikt over een 14"-scherm, een behuizing met aluminium delen, een spill resistant toetsenbord, Intels vPro-platform en een verwisselbare accu.Intel brengt in juni de Core i3-, Core i5- en Core i7-dualcores van de Ivy Bridge-generatie uit en tegelijk komt daarmee ook zijn vPro-platform met zakelijke features beschikbaar voor fabrikanten. Verschillende fabrikanten zullen dan ook zakelijke ultrabooks uitbrengen en Dell is een van hen, zo ontdekte Tweakers.net. De Latitude 6430u maakt deel uit van de refresh van de Latitude-serie, herkenbaar aan het 30-achtervoegsel in plaats van de 20-typeaanduiding van de huidige generatie. De Latitude-ultrabook heeft een 14"-scherm met resolutie van 1366x768 pixels. De dikte van de ultraportable is 20,9mm, waarmee het apparaat iets dikker is dan de gemiddelde ultrabook. In combinatie met een driecellige accu weegt de laptop 1,74 kilo en optioneel is een zescellige accu beschikbaar. Dell gaat de notebook leveren met zuinige Core i3-, i5- en i7-dualcores. De maximale hoeveelheid geheugen is 8GB en Dell gaat de mogelijkheid bieden ssd's met een maximale opslagcapaciteit van 256GB in te bouwen. Zowel geheugen en ssd's als de accu worden relatief eenvoudig verwisselbaar.Wat zakelijke features betreft zijn een smartcard-reader en vingerafdruklezer optioneel. Standaard aanwezig is een trusted platform module in combinatie met Dells Data Protection-software. Ook is Intels vPro-platform aanwezig, waarmee Dell applicaties laat samenwerken voor bios-beheer op afstand en de mogelijkheid hdd's op afstand te wissen. Niet bekend is wanneer Dell zijn nieuwe ultrabook en de rest van de Latitudes gaat uitbrengen, en de prijs van de Latitude 6430u is evenmin bekend, maar aangezien Intel zijn nieuwe dualcore-chips begin juni uitbrengt, lijkt een release in die maand voor de hand te liggen. Dell heeft vier maanden na de release de levering van zijn dunne Adamo XPS stilgelegd. De laptop zou ook niet meer terugkeren. Volgens de fabrikant ging het om een gelimiteerde oplage, al werd daar bij de introductie niet over gerept.De Dell Adamo XPS werd bij zijn introductie eind november 2009 geroemd om zijn ontwerp. De prijs van 1800 dollar werd over het algemeen echter als veel te hoog ervaren: met zijn energiezuinige 1,4GHz-Core 2 Duo, een 128GB-ssd, twee usb 2.0-poorten en een accu die het twee uur volhield, beschikte de laptop namelijk niet over bijster imponerende specificaties. Verkoopcijfers zijn niet bekend, maar nog geen vier maanden na de introductie heeft Dell de levering van het model stopgezet. De fabrikant beweert dat de Adamo XPS 'een technisch hoogstandje en een proeve van bekwaamheid van Dells ontwikkel- en ontwerpcapaciteiten is. In dat opzicht is het hetzelfde als een limited-editionproduct.' Volgens Dell is het grootste deel van de voorraad inmiddels verkocht, maar zijn er bij enkele Amerikaanse retailketens nog exemplaren te krijgen. De Adamo XPS zou niet meer in het assortiment van Dell terugkeren. Overigens is de Adamo XPS, in tegenstelling tot de originele Adamo, nooit in Nederland uitgebracht.Lisa Su, ceo van AMD, heeft tijdens de bekendmaking van de jaarcijfers bevestigd dat de eerste Zen-cpu's eind 2016 verschijnen. Met de processors en de nieuwe Polaris-gpu's wil AMD weer een stevige positie veroveren in het high-end segment van de pc-markt.
Das neue Acer Iconia Tab 10 ist ab dem 10. Juni 2015 zu einem unverbindlich empfohlenen Endkundenpreis ab CHF 329 im Handel erhältlich. Für das Tablet ist verschiedenes optionales Zubehör verfügbar.Sony hat mit dem HXR-NX100 einen NXCAM-Camcorder per Herbst angekündigt, der professionelle Aufnahmen in Full HD und SD ermöglicht und dafür die Formate XAVC S, AVCHD und DV nutzt. Die Bilder fängt ein «Exmor R»-CMOS-Sensor in der 1-Zoll-Grösse ein. Das Zoomobjektiv verfügt über drei Einstellringe. Die NXCAM-Camcorder-Reihe von Sony bekommt Zuwachs mit dem HXR-NX100. Der Full-HD-Camcorder vereint hohe Bildqualität, einfache Bedienbarkeit und zahlreiche Aufnahmeformate in einem kompakten Gerät zu einem erschwinglichen Preis. Damit eignet er sich für viele professionelle Anwendungsgebiete von Events über Imagefilme bis hin zu Dokumentationen. Der HXR-NX100 verfügt über einen 1,0“ Exmor-R-CMOS-Sensor mit Hintergrundbelichtung und 20 Megapixel. Der Sensor ist etwa so gross wie ein Super-16 mm-Einzelbild und liefert auch bei wenig Licht eine hohe Auflösung mit geringem Rauschverhalten. Ausserdem können Anwender die Tiefenschärfe akkurat kontrollieren, was besonders bei häufig wechselnden Drehbedingungen von Vorteil ist.Sony HXR-NX100 Seite rechtsZur hohen Bildqualität trägt das fix verbaute G-Objektiv von Sony bei, das bei einer Brennweite von 29 mm im Weitwinkelbereich einen 12-fachen optischen Zoom bietet, der mit Clear Image Zoom auf bis zu 24-fach erweitert werden kann. Dank der «By Pixel Super Resolution»-Technologie bleibt die Auflösung dabei konstant. Wer eine noch höhere Zoomleistung möchte, kann mit dem Digital Extender auf bis zu 48-fach verdoppeln. In Kombination mit dem integrierten vierstufigen ND-Filter zeichnet die HXR-NX100 qualitativ hochwertige Bilder in jeder Umgebung auf. Sony HXR-NX100 ObjektiveDas Zoomobjektiv verfügt über drei manuelle Einstellringe. Der 12fache optische Brennweitenbereich des Zooms lässt sich auf 24x und 48x erweitern.Das ergonomische Design und geringe Gewicht des neuen Camcorders stellt zu jeder Zeit eine zuverlässige und reibungslose Bedienung sicher. Drei unabhängige Objektivringe für manuelle Steuerungen ermöglichen einen einfachen Zugriff auf Zoom-, Fokus- und Blendeneinstellungen.Der NXR-NX100 wartet mit einer Vielzahl von Anschlüssen auf, darunter HDMI, Multi-/Micro-USB, XLR, REMOTE, Composite (BNC) und auch eine Anschlussmöglichkeit für einen MI-Zubehörschuh (Multi Interface), mit dem beispielsweise das LED-Batterie-Videolicht HVL-LBPC oder die Mikrofone der UWP-D-Serie kabellos verbunden werden können. Besitzer des Camcorders können in den Formaten AVCHD und DV sowie XAVC S mit 50 Mbit/s aufzeichnen. Die Aufnahme ist auf SDXC/SDHC-Karten sowie Memory Stick PRO Duo/PRO-HG möglich und erhöht die Flexibilität des Camcorders weiter. Der HXR-NX100 ist mit zwei Mediensteckplätzen ausgestattet, mit denen auf zwei Speicherkarten Material entweder gleichzeitig oder über den Relay/Überlauf-Modus aufzeichnet werden kann. 1,0“ Exmor-R-CMOS-Sensor und G-Objektiv von Sony für hohe Bildqualität: Die hohe Empfindlichkeit und die Auflösung werden durch den 20 Megapixel-Sensor und ein modernes G-Objektiv von Sony möglich. Sie gewährleisten für brillante Details, Farben und einen weiten Dynamikbereich selbst bei schlechten Lichtverhältnissen (Mindestlichtstärke: 1,7 Lux).Sony HXR-NX100 links vorneFlexibles Zoom für einen weiten Aufnahmebereich: Das Objektiv verfügt bei einer Brennweite von 29 mm im Weitwinkelbereich über einem 12-fachen optischen Zoom, der mit Clear Image Zoom auf bis zu 24-fach erweitert werden kann. Dank der By Pixel Super Resolution-Technologie bleibt die volle Auflösung erhalten. Mit einem Digital Extender kann die Zoomleistung auf bis zu 48-fach verdoppelt werden. Drei unabhängige Objektivringe für manuelle Einstellungen, integrierter ND-Filter mit vier Stufen und weitere Funktionen für den professionellen Einsatz: Objektivringe für manuelle Einstellungen ermöglichen die intuitive Bedienung von Zoom, Fokus und Blende. Mit dem integrierten vierstufigen ND-Filter lässt sich die Belichtung in hellen Szenen einfach steuern.Sony HXR-NX100 Oberseite 2xGutes Sucherbilder und viele Anschlüsse: Zu den weiteren professionellen Leistungsmerkmalen zählen der 0,24“-Sucher mit 1’550’000 Pixeln und der 3,5“-LCD-Bildschirm mit 1’550’000 Pixeln sowie eine Vielzahl an professionellen Schnittstellen, darunter HDMI, Multi-/Micro-USB, XLR, REMOTE, Composite (BNC) und eine Anschlussmöglichkeit für einen MI-Zubehörschuh (Multi Interface), für eine nahtlose Integration von Augenlicht und Funkaudio.
Vielseitige Auswahl an Aufnahmeformaten: Der Camcorder unterstützt mehrere Formate wie AVCHD und DV, die für konventionelle Workflows geeignet sind. Das neu implementierte, Sony-eigene Format XAVC S mit 50Mbit/s führt vor allem unter professionellen Bedingungen zu einer besseren Bildqualität.Zwei Mediensteckplätze für mehr Aufnahmeflexibilität: Zwei Speicherkartensteckplätze ermöglichen verschiedene Aufzeichnungsoptionen wie Back-up, simultanes Aufnehmen, den Relay-Modus und unabhängige Aufzeichnung. Der Camcorder ist kompatibel mit SDXC-und SDHC-Karten sowie mit Memory Stick PRO Duo (Mark 2) und Memory Stick PRO-HG Duo. Im «SIMUL»-Modus können Anwender gleichzeitig auf zwei Speicherkarten aufzeichnen, während der «RELAY»-Modus automatisch von der ersten zur zweiten Speicherkarte wechselt, sobald die erste voll ist. Nutzer können auch Tasten am Camcorder nutzen, die unabhängig voneinander die Aufnahme auf verschiedene Speicherkarten starten bzw. beenden. Die Firmware 1.3 für die Samsung NX1 steht jetzt zum Download bereit. Sie bringt eine bessere Bild- und Tonqualität beim Filmen, präziseres und schnelleres Fokussieren beim Fotografieren sowie mehr Details und weniger Rauschen bei Videos in Full HD. Zudem ist es damit einfacher Fotos aus UHD-Videos zu extrahieren.Ein leistungsstarkes Software-Update für die spiegellose Systemkamera NX1 ermöglicht es Filmemachern und Fotografen, ihre kreativen Vorstellungen noch einfacher als mit der bisherigen Firmware umzusetzen. Die ab sofort erhältliche Firmware-Version 1.3 erlaubt Videografen zum Beispiel mehr Kontrolle über das Tonsignal und die Bildkomposition. Foto-Enthusiasten können sich über einen akkurateren sowie individueller konfigurierbaren Autofokus freuen. Zudem können Nutzer mit dem Kamera-Flaggschiff von Samsung jetzt noch einfacher und flexibler Aufnahmen kabellos auf Mobilgeräte und Samsung TVs1 übertragen. Passionierten Filmemachern ermöglicht die neue Firmware eine deutliche höhere Bitrate sowie mehr Details und weniger Rauschen bei Full HD-Aufnahmen. Die Kamera liest nun doppelt so viele Daten und konvertiert sie anschließend detailschonender in Full HD.Videofilmer profitieren vom Update durch ein verbessertes Klangerlebnis bei aktivierter Auto Mic Control (AMC)-Funktion. Anspruchsvolle Filmemacher hingegen, die Ton bevorzugt mit einem externen Mikrofon aufnehmen und danach umfassend bearbeiten möchten, können die AMC-Funktion gänzlich ausschalten und erhalten noch mehr Kontrolle über die automatische Verarbeitung von Tonsignalen. Auch Schärfeeinstellungen bestimmen viele Videofilmer gern manuell. Für einen weicheren Übergang können sie nun die Geschwindigkeit der Fokusverschiebung in drei Stufen variieren.Durch die neue Firmware lassen sich darüber hinaus eine digitale Wasserwaage und ein Histogramm im Video-Standby-Modus und bei der Videoaufnahme einblenden. Das erleichtert es Videofilmern, die Kamera einfacher am Horizont auszurichten und die Belichtung zu prüfen.Ist die Videoaufnahme im Kasten, konnten Nutzer der NX1 bereits bisher aus einer 4K/UHD-Aufnahme Standbilder extrahieren und in JPEGs konvertieren. Dies geht mit der neuen Firmware noch komfortabler, indem Anwender mit dem Vier-Wege-Rad auf der Kamera-Rückseite Bild für Bild durch das Video klicken – sowohl vorwärts als auch rückwärts.
Präzisere AF-Kontrolle, mehr Freiheit bei Langzeitbelichtungen Zudem verschafft das Update Fotografen bei Langzeitbelichtungen und beim Erstellen von Zeitraffer-Videos mehr kreativen Spielraum. Die maximale Belichtungszeit im Bulb-Modus ist nicht mehr begrenzt, sondern obliegt der Entscheidung des Nutzers. Im Zeitraffer-Modus können Nutzer nun maximal bis zu 3‘000 Bilder für deutlich längere Videos anfertigen. Bildbearbeitung: Jetzt auch Raw-Aufnahmen per WiFi übertragen Principale rivale du MacBook Air d’Apple, la Surface Pro de Microsoft a gagné au fil des années une certaine notoriété auprès des professionnels pour ses performances étincelantes qui en font une réelle alternative aux ordinateurs portables. Après avoir entièrement revu le design de son modèle en 2014, Microsoft offre un nouveau lifting à sa tablette hybride…Si vous avez déjà pris en main une Surface Pro, vous avez sans doute remarqué que la tablette de Microsoft est une machine qui s’adapte facilement aux besoins de son propriétaire. La housse-clavier qui l’accompagne – mais qui est vendue séparément -, en fait un outil d’une efficacité redoutable pour les professionnels. Se pied, qui est intégré au châssis, lui permet de rester stable une fois posée sur une surface plane, selon l’inclinaison de son choix. Niveau hardware, elle se rapproche également davantage d’un MacBook Air que d’une tablette traditionnelle. Son processeur ultra-puissant lui permet d’ailleurs de faire tourner des logiciels et jeux exigeant de fortes ressources. Or, selon une étude de Juniper Research menée auprès de 22 373 adultes américains, seulement 1 personne sur 5 serait prête à mettre plus de 160 euros dans une montre connectée. Selon Juniper Research, la majorité des personnes interrogées émettraient des doutes quant à l’utilité d’un tel accessoire, qui se veut avant tout le prolongement d’un smartphone. Pour augmenter les prix, les constructeurs doivent donc miser sur des fonctionnalités uniques qui justifieront l’investissement du consommateur.Beaucoup plus surprenant, seulement 4% des personnes interrogées évoquent la question de l’autonomie, qui serait un frein à l’achat pour certains modèles. L’Apple Watch par exemple tient environ une journée avec une seule charge, contre près d’une semaine pour la dernière montre de Pebble… “Non seulement leur plage d’utilisation est mieux définie, mais les outils connectés dédiés au fitness offrent également un meilleur rapport qualité-prix. Ce sont les dispositifs portables les moins chers du marché. Et il n’y a que dans cette catégorie que les prix ne dépassent qu’exceptionnellement la barrière symbolique des 175$, que notre enquête a permis d’identifier comme le prix plafond pour la plupart des consommateurs”, explique James Moar, analyste chez Juniper Research.Toujours selon Juniper Research, 51% des Américains ne comprennent pas l’intérêt de disposer d’une montre connectée. 27% d’entre eux reconnaissent néanmoins qu’ils pourraient changer d’avis en cas de baisse de prix.Ce n’est un secret pour personne, le Surface Book de Microsoft connaît depuis son annonce un franc succès. A un tel point que l’ordinateur portable de Microsoft serait aujourd’hui en rupture de stock. Panos Panay, Corporate Vice-President chez Microsoft, confirme les excellents premiers résultats de la machine. Depuis la première version de son hybride, Microsoft n’a cessé d’améliorer son modèle de “tablette convertible”, avec un véritable bond générationnel enregistré du passage de la Surface Pro 2 à la Surface Pro 3. Microsoft ne s’était pas contenté de modifier tous les composants de sa tablette, mais avait également revu son design et surtout sa taille d’écran, qui passait du format 10″ au 12″. Avec la Surface Pro 4, l’évolution est plus timide puisque Microsoft n’a pratiquement pas touché à l’esthétique de sa tablette. Pour ce qui est du hardware en revanche, la Surface Pro 4 s’offre une véritable cure de jouvence.
La quantité d’électricité que l’on peut y stocker atteint 90Wh/kg, un chiffre comparable à celui des batteries lithium-ion à leur début, précise le CNRS. Et 2.000 cycles de charge et de décharge devraient être possibles sans perte de performance.Cette batterie est capable à la fois de se charger très rapidement et de restituer son énergie très vite, selon le communiqué.Le prototype étant finalisé, la prochaine étape est d’optimiser et de fiabiliser les procédés en vue d’un futur déploiement industriel.Sorti initialement sur la Xbox de première génération, Oddworld : Munch’s Oddysee avait eu droit à plusieurs portages sur consoles portables et de nouvelle génération au cours de ces dernières années. Le célèbre jeu de plate-forme débarque aujourd’hui sur iPhone et Android pour le plus grand bonheur des joueurs nostalgiques! Aux antipodes des jeux de plate-forme classiques, Oddworld: Munch’s Oddysee mêlait humour noir et univers post-apocalyptique à travers une aventure grandiose qui permettait d’incarner deux extra-terrestres bien décidés à échapper à la mort. Le concept du jeu tout entier reposait sur la complémentarité entre Abe et Munch, deux étranges créatures en fuite pour échapper aux meurtres de masse en cours sur leur planète.Si le jeu a mal vieilli – textures grossières, environnements vides -, Oddworld: Munch’s Oddysee n’en demeure pas moins un classique du jeu vidéo à revisiter aux contrôles tactiles ou en branchant une manette Bluetooth. Au niveau de l’écran tout d’abord, on remarque que si la Surface Pro 4 est de taille identique à son ainée, son écran couvre une partie plus importante de la face avant de la tablette, pour atteindre une dimension de 12,3 pouces – contre 12 pour la Pro 3 -. La définition de l’écran bénéficie passe également de 2160×1440 à 2736×1820, ce qui devrait en toute logique réjouir photographes et professionnels du design. Globalement, on peut dire sans se tromper que la Surface Pro 4 est l’une des machines les mieux équipées – si pas la mieux équipée – au niveau de l’écran, qui affiche une densité de pixels exceptionnellement haute pour un modèle 12″ et supplante littéralement le MacBook Air d’Apple en qualité d’image. L’habillage de la tablette bien sûr reste très luxueux, avec un boitier en aluminium très élégant, une taille de guêpe, et une qualité de fabrication étonnante, même pour un modèle haut de gamme. Le seul reproche qu’on lui fera à ce niveau concerne le positionnement des boutons. Le bouton d’allumage et celui de contrôle du volume se retrouvent en effet côte à côte, sur la tranche supérieure de l’écran, ce qui est assez inhabituel. Certes, il s’agit là d’un détail, mais au quotidien, ce positionnement douteux peut très vite rendre l’utilisation de votre Surface Pro 4 pénible si vous confondez sans cesse les deux boutons… Niveau performances en revanche, Microsoft réalise un sans faute grâce aux nouveaux processeurs d’Intel, utilisant l’architecture « Skylake », qui permet un bond des performances 3D de 81% et réduit considérablement la température de la machine. La Surface Pro 4 est non seulement la tablette la plus puissante du marché, mais elle est en outre la seule à pouvoir faire tourner sans difficulté des jeux exigeant de fortes ressources comme Crysis 3 ou Assassin’s Creed : Black Flag.Lors du choix de votre machine, notez cependant qu’il est préférable de ne pas opter pour le modèle d’entrée de gamme (proposé à 999€), et de lui préférer un modèle équipé d’un processeur i5. Si Microsoft a abandonné le processeur i3 pour équiper sa tablette d’un nouveau processeur M3 plus puissant, les modèles équipés d’un processeur i5 ou i7 demeurent nettement plus performants que le modèle standard, qui risque de vite montrer des signes de fatigue en multitâche ou pour les utilisations plus lourdes comme le traitement d’images ou l’édition vidéo. Dans le même ordre d’idée, mieux vaut opter pour un modèle doté de 8Go de RAM et 128 ou 256 Go d’espace de stockage pour une utilisation plus confortable. On notera cependant que la facture a tendance à grimper rapidement une fois toutes les options cochées. Un modèle i5 avec 8 Go de RAM (celui que nous conseillerions par défaut) est ainsi facturé au prix de… 1449€. Pour le modèle le plus puissant, il faudra débourser jusqu’à 2499€… Montant auquel s’ajoute l’achat éventuel du clavier-housse – facturé 149€ ! Bref, autant dire que si la Surface Pro 4 est une machine sacrément puissante, qui n’a rien à envier au MacBook Air – au contraire même, puisque Microsoft affirme qu’elle est 50% plus puissante que l’ordinateur portable d’Apple! -, son prix très élevé en fait un accessoire qui se destine presqu’exclusivement aux professionnels.
On notera par ailleurs que si les prix ont augmenté de manière exponentielle ces dernières années, les versions les plus basiques embarquent désormais 128 Go d’espace de stockage – contre seulement 16 pour la Surface Pro de première génération. Une très nette évolution qui justifie en partie l’énorme différence de prix entre les différentes générations de Surface Pro.Au niveau de la connectique en revanche, le constat est très décevant. Microsoft se contente du minimum syndical avec un port USB de type 3.0, un connecteur DisplayPort et un port pour cartes SD, et contraint les acheteurs de sa tablette à investir dans des accessoires coûteux pour doubler voire tripler la connectique de sa tablette. Contrairement à ce que l’on aurait pu espérer, Microsoft délaisse également le port USB de type-C, qui aurait pu être utilisé pour charger la tablette, pour un système propriétaire certes très rapide – mais coûteux à remplacer en cas de pépin. En revanche, on remarquera que le nouveau clavier de la machine et le stylet qui accompagne la Surface Pro 4 ont subi quelques jolies améliorations, tant d’un point de vue purement esthétique que pratique. Au niveau du Surface Pen, on note par exemple l’intégration de nouvelles commandes au niveau du bouton qui fait également office de gamme. Un simple clic permet d’ouvrir instantanément l’application Onenote pour démarrer la prise de notes. Un double click enclenche la capture d’un screenshot, tandis qu’une pression longue active l’assistant Cortana. Pour ce qui est du clavier, on remarque que les touches sont sensiblement plus petites et mieux espacées, et que globalement, le layout est bien meilleur puisque Microsoft a pris soin de revoir le positionnement des boutons sur sa housse-clavier rétroéclairée. Plus grand, le trackpad de la Surface Pro 4 permet également d’être plus précis dans ses déplacements. Pour le reste, le constat reste globalement identique puisque l’autonomie ne progresse pratiquement pas, que la webcam frontale reste inchangée, et que Microsoft s’est contenté d’un léger upgrade de l’APN dorsal, qui passe d’une résolution de 5 à 8 mégapixels. Bref, du polissage qui permet de rendre une copie cette fois presque parfaite d’une tablette hybride qui n’a décidément plus rien à envier aux ordinateurs portables de luxe…Avec la Surface Pro 4, Microsoft se rapproche davantage encore de la perfection et nous livre un hybride aux performances époustouflantes. Plus puissant qu’un MacBook Air, la tablette 12″ de Microsoft est un formidable outil de travail qui s’adapte parfaitement aux besoins de l’utilisateur. Son prix très élevé en fait néanmoins un outil de travail coûteux, qui séduira principalement les professionnels de l’image, du graphisme et les enseignants. Des chercheurs français ont annoncé vendredi avoir mis au point un nouveau type de batteries au sodium qui pourrait être une alternative aux batteries au lithium et permettre le stockage d’énergies renouvelables.Le lithium est utilisé actuellement dans les batteries des appareils électroniques portatifs, les tablettes, les ordinateurs portables et dans celles des véhicules électriques.Mais les ressources de lithium sont très localisées sur Terre, contrairement au sodium, mille fois plus abondant et laissant percevoir une baisse de coût important.Le fonctionnement de ce nouveau prototype, dont la mise au point par des chercheurs du CNRS et du CEA est annoncée dans un communiqué, s’inspire de celui des batteries lithium-ion.Des ions sodium transitent d’une électrode à l’autre dans un milieu liquide, au fil des cycles de charge et de décharge.Le prototype est d’un même format que celui des batteries lithium-ion aujourd’hui commercialisées (un cylindre de 1,8 cm de diamètre sur 6,5 cm de hauteur). Et ce pour faciliter le passage d’une batterie à l’autre, notamment pour la fabrication. |
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